"Il Figlio di Dio si è fatto nostra via" (S. Chiara). L'esperienza contemplativa di Chiara si è fissata in maniera particolare sul Figlio di Dio che, obbediente al Padre, ha spogliato se stesso divenendo Figlio dell'uomo per renderci partecipi della sua divinità ed aprirci la via di accesso al Padre.


Specchiandosi in Lui e nella Madre sua, ella impara a vivere la propria umanità secondo il progetto originario del Padre, compiendo a sua volta un itinerario di espropriazione e di comunione che la conduce a unificare se stessa e a divenire la donna semplice del Vangelo, la Cristiana, come la chiamava Francesco. Con la sua vita trascorsa in S. Damiano, ella vuole offrire tutta se stessa a "Colui che per amore tutto si è donato". Amando "il Crocifisso povero", Chiara ha cercato di ripercorrerne le orme in tutti gli aspetti della sua vita terrena: la povertà materiale di Cristo e i disagi incontrati nel suo camminare per le vie della Palestina annunciando il tempo della grazia e della misericordia; il disprezzo e il rifiuto del suo popolo; l'amore gratuito con cui raggiungeva soprattutto gli emarginati e i peccatori. La scelta della "altissima povertà", secondo il pensiero di S. Chiara, comporta il vivere senza possedimenti o attività che assicurino un reddito garantito, per sperimentare e testimoniare la cura premurosa del Padre verso chi si affida totalmente alla sua Provvidenza. Quanto le sorelle ricevono come provento del lavoro delle proprie mani o come elemosina è considerato ugualmente Suo dono e grazia ed è condiviso con i più poveri in spirito di solidarietà fraterna. Per la Sorella Povera vivere in povertà significa impostare la propria esistenza seguendo un tenore di vita sobrio e senza esigenze.


Monastero S. Chiara
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